venerdì 26 settembre 2014

Di nessuno

Odio.
Era puro odio, il suo.
Da almeno due mesi Filippo tornava a casa dopo una estenuante giornata di lavoro e invece di infilarsi pigiama e ciabatte doveva chinarsi dolorosamente sulle ginocchia e pulire il suo terrazzo. Sì, perché da due maledettissimi mesi una nuova famiglia si era trasferita nella villetta sottostante e aveva portato con sé una vera e propria infestazione! Un'infestazione di peli, miagolii e un odore nauseabondo di topi e uccellini morti... o almeno questo era ciò che immaginava fosse la vita con un gatto!
Filippo provava un fervente disprezzo per i gatti. Non riusciva a vederli, figurarsi toccarli... ma la sua casa... ah, la sua casa era come un tempio, così come il meraviglioso terrazzo che durante quei sette anni era riuscito a trasformare in un'oasi colorata di piante rare e gemme floreali di assoluta bellezza.
Lupin
In una domenica soleggiata di fine giugno un improvviso rumore aveva svegliato il giovane. Lui, all'ombra del gazebo costruito con legno di faggio, si cullava nel lieve dondolìo dell'amaca comprata il giorno prima. Non ci volle molto per capire che c'era qualcosa di rotto a terra. Uno, due, poi tre piccoli vasi di coccio erano stati frantumati e nemmeno il tempo di contarli tutti che altri continuavano a cadere dalle loro pedane. Certo, non era possibile cascassero da soli. Filippo alzò la testa dal cuscino cercando di non ostentare quell'aria dubbiosa che invece aveva stampata in faccia e con gli occhi ridotti a fessure cercava la fonte di quel disastro. Pochi secondi ed eccola lì: una macchia scura non ben definita che si defilava dal parapetto del terrazzo e si gettava nel vuoto.
Fu in quel momento che il giovane sgranò gli occhi e decise che era arrivato il momento di alzarsi - bando alla prudenza, non c'erano ladri, era solo un gatto... suicida per giunta! -  corse in direzione del luogo dove poco prima si era posato il felino e si sporse per guardare oltre il muretto. Il gatto era lì, nella terrazza della villetta poco più in basso ed ora che riusciva a guardarlo bene, notò aveva una evidentissima macchia bianca sul muso a forma di papillon.
Ma certo, che stupido! Non s'era buttato! aveva immediatamente pensato Filippo <<Peccato!>> aggiunse ad alta voce.
Era sempre stato un cinico. Nulla delle normali carinerie convenzionali l'aveva mai toccato. Strafottente più d'ogni altro, egocentrico come pochi, doveva questo suo carattere alla sgradevole sensazione che lo investì quando suo padre lo abbandonò a due zii insopportabili, insegnandogli che l'amore per un figlio è solo una manovra di marketing per vendere giocattoli a Natale.
Ora, da adulto, non doveva dar conto a nessuno che parlasse, urlasse, gioisse o persino pensasse, men che meno miagolasse. La sua attenzione veniva attratta solo da denaro, design e perfezione.
In quel giorno però dovette amaramente ammettere a se stesso che la sua vita sarebbe cambiata!
Dopo più di otto settimane, a settembre inoltrato, era sfinito... la terrazza era stata completamente distrutta dalle quotidiane "visite" di Lupin - aveva deciso di dare un nome a quella bestiaccia, che gli ricordava il noto ladro di preziosi - il quale tornava di notte (in cerca di topi), di giorno (in cerca di uccelli) e di pomeriggio (probabilmente sperando di entrare in casa e trovare anche lì qualcosa di commestibile). Per giunta i suoi padroni - o almeno quelli che avrebbero dovuto tenerlo segregato in casa - sembrava non dessero peso alla cosa e addirittura una volta, minacciati di venir citati per danni, se ne lavarono le mani adducendo che il gatto fosse un randagio. Naturalmente mentivano, ma Filippo non avrebbe saputo come fare per dimostrare il contrario.
E così in un fresco pomeriggio, decise di mettere le scarpe da ginnastica e una tuta comoda, quindi, scala di corda e macchina fotografica alla mano, seguire quel pestifero felino cercando di appropriarsi del maggior numero di prove possibile.
L'attesa non fu lunga perché con fare guardingo Lupin cominciava ad aggirarsi nei pressi del rigoglioso giardino. Ci volle più di mezz'ora prima che decidesse che quella bella fetta di carne - lasciata a posta da Filippo a terra lì vicino - potesse essere sgraffignata e portata alla base. Ora bastava solo individuare quale fosse la base!
La presa del micio era salda sul cibo, uno sguardo tutt'intorno e via con un salto sul parapetto per lanciarsi velocemente dabbasso.
Il giovane aveva immortalato tutto il passaggio con la macchina fotografica. Ora si calava con la scala un metro e mezzo più in basso, nel terrazzo dove era sparito quell'essere peloso immondo. Pochi secondi e riusciva di nuovo a individuarlo. Infatti con nuova tranquillità il gatto si dirigeva verso un piccolo muretto nascosto che faceva da ponte comunicante con un altro palazzo, superando l'abitazione dei suoi vicini.
E' davvero un randagio! Diamine, non potrò fare causa a quei due stupidi! pensò Filippo, concludendo che sarebbe stato meglio aggiungere una rete al suo giardino, piuttosto.
Mentre faceva per tornare indietro - in fondo, era in piena proprietà privata, se l'avessero visto l'avrebbero arrestato! - si accorse che alla fine del muretto che stava percorrendo Lupin era stata sistemata una trappola nascosta, di quelle a scatto con punte acuminate di metallo (probabilmente posizionata lì dagli stessi vicini).
Musetto
A distanza di anni, pensando a quel giorno, ancora continuava a domandarsi perché si comportò in quell'assurdo modo.
Lasciò cadere scala e fotocamera e prese a correre verso il gatto. Quest'ultimo si accorse in ritardo dell'arrivo del ragazzo e inaspettatamente ebbe un comportamento azzardato provando a difendersi saltandogli addosso. Fu per questo motivo che Filippo si ritrovò a scaraventarlo il più lontano possibile sul terrazzo opposto, fino a lasciare che si perdesse nel vuoto sottostante.
Era stata una bracciata istintiva.
Voleva aiutarlo.
Voleva solo aiutarlo, ma ora sudava freddo col cuore che gli martellava nel torace. Con due passi pesanti si portò dall'altra parte arrivando a dare un calcio a quella trappola metallica. Notò in un angolo la fetta di carne che poco prima Lupin aveva in bocca e poco distante vide il musetto nero di un gattino minuscolo spuntare da dietro una palizzata.
Gattino che probabilmente aspettava il suo papà.
Quel gatto ladro ricopriva nel migliore dei modi il ruolo di padre che da sempre il suo aveva rifuggito.
Quel gatto ladro rubava per sfamare il suo cucciolo.
Quel gatto ladro forse era una femmina.
Quel gatto ladro non gli era saltato addosso per difendersi, ma per difendere il suo cucciolo.
Quel gatto ladro ora non c'era più e lui stesso l'aveva ucciso.
Una statua di sale.
Chiunque avesse potuto guardarlo in quel momento, avrebbe certamente colto il terrore in volto al giovane. Con movimenti meccanici e lenti raccolse la fetta di carne, la porse al gattino in modo da avvicinarlo e lo afferrò per la collottola. Se lo mise nella felpa e tornò a casa, senza nemmeno curarsi di affacciarsi per cercare Lupin.
Ci vollero sei intere settimane per scuotere l'ormai non più cinico giovane da quel torpore misto a panico e senso di colpa; sei settimane di forzata routine; sei settimane a sfamare, riscaldare, curare e accudire il piccolo Musetto. Il cuore s'era schiuso ed aveva riversato in quell'esserino tutta l'umanità che fino a quel momento era stata negata a tutto il resto del mondo. Dopo sei settimane di dolore, sei settimane di miagolii e fusa inaspettate, sei settimane di incondizionato affetto immeritato, Filippo finalmente tornava a sorridere.
Un gatto a macchie bianche e nere col muso a papillon sbucava dal terrazzo del piano di sotto. Zoppicando, faceva cadere un vaso a terra e in due passi il suo riflesso si specchiava nuovamente nelle pupille lucide di un giovane rinato.


NOTA: I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi raccontati sono frutto della fantasia dell'autrice, pertanto eventuali riferimenti a fatti e/o persone è puramente casuale. Le fotografie adoperate per dare un volto a Lupin e Musetto sono state deliberatamente prelevate da internet - I'm 'feline' good  board su Pinterest - in quanto libere da copyright. Chiunque ritenesse di esserne il proprietario intellettuale è pregato di inviare una email a netempoliberofaccioilgatto@gmail.con richiedendone la rimozione. Come da disclaimer presente in "True Feline good Blog" è vietata ogni riproduzione totale o parziale dei testi presenti in queste pagine previa richiesta all'autore stesso.

domenica 21 settembre 2014

La "carta" dell'amore

La carta igienica sta al gatto come l'aria sta agli uccelli, come l'acqua ai pesciolini... come il cacio sta alle pere, come un cornetto a colazione! Insomma non c'è gatto di casa insensibile alla morbida e arrotolata carta bianca - ma anche a fiorellini colorata - presente nei bagni di tutte le case! Scatta una vera e propria scintilla, un amore vero e sincero che con l'andar del tempo affonda le radici e si àncora nel cuore dei nostri amici pelosi tanto che, conosciutane la morbidezza, non la lasceranno andare mai più! E' verosimile possano riscontrarsi anche casi da astinenza... ma non disperate, basterà regalargli quella kilometrica e avere molta pazienza! Sì, perché poi i brandelli bisognerà pur raccoglierli!


E come la mia saggia compagna d'avventura Silvia la prima volta ha proposto il divertente sketch alla "Simon's Cat", come potrei io stessa esimermi dal mostrarvene la chicca?


I nostri piccoli terremoti riescono ad ispirarci in modi inimmaginabili!
Ma dite un po', i vostri batuffoli come si approcciano a cotanto arrotolato cartaceo bianco? Anche i vostri son dei veri e propri disastri, oppure riescono a mantenere l'aplomb del gatto elegante?
Raccontateci, raccontatevi!

lunedì 15 settembre 2014

Feline Writers #1 - S'i fossi gatto

Avete mai pensato a cosa fareste se poteste trascorrere una giornata da gatto? Tanti di noi gattofili, ammirando i nostri affascinanti, eleganti e sornioni felini, avremo pensato più di una volta "come vorrei rinascere gatto!" o qualcosa di simile. Ebbene, facciamo un gioco: immaginate di potervi trasformare in un gatto e di poter vivere una giornata intera su quei morbidi cuscinetti felpati. Come vedreste il mondo? E cosa vi piacerebbe fare? Raccontateci la vostra idea! Intanto, io ci ho pensato... ed ecco, la mia giornata da gatto la trascorrerei così!


Anzitutto: un gatto rosso, inevitabilmente. Se fossi un gatto non potrei essere altro che un gatto rosso, con due occhioni verdi. Se la mia immaginazione fosse troppo snob e stereotipata, allora diciamo pure che sarei un gatto bianco e rosso, che fa più "normale micio di casa", senza alcuna pretesa di nobiltà. Sarei ben in carne, su questo non ho dubbi, con un bel mantello folto e lucido, la coda arcuata e le zampine pulite, pulitissime, come solo i gatti sanno tenere, nonostante calpestino terra, pavimento e tutto il mondo a loro conosciuto, ogni giorno.
A proposito di giorno, sarà bene che inizi a parlarne di queste 24 ore da felino! Ecco: la mia giornata inizierebbe in un limpido mattino di fine ottobre, in una casa accogliente ma non troppo grande, dove la notte precedente i termosifoni sono già stati accesi per riscaldarsi dai primi freddi. Mi sveglierei - puntualmente, qualche istante prima della sveglia degli umani - acciambellata in fondo ai piedi dei miei famigliari, sulla coperta tiepida di sonno. Mi stiracchierei con soddisfazione e mi avvierei, con calma e sicurezza, verso i visi dei miei compagni umani, per svegliarli con i miei baffi e le mie testatine: che giornata da gatto sarebbe, se non potessi iniziarla con le coccole? 
Non appena fossero tutti in piedi, reclamerei a gran voce la mia colazione: immagino che vorrei qualcosa al tonno, magari crocchette. E poi via: fuori casa, ad esplorare il mio giardino, fino al limitare del bosco... non ve l'ho detto? E' fine ottobre e abito in una casa in collina, vicino a un boschetto: si sentono cadere le ultime castagne, in mezzo a un sacco di ricci vuoti. Nel fitto degli alberi mi avventurerei raramente: giusto qualche metro di esplorazione, per sfuggire agli sguardi umani... un gatto ha pur bisogno di un momento per la propria indipendenza e dimensione selvaggia, al di là delle comodità offerte dagli uomini! 
E così inizierei il mio giro di perlustrazione nel giardino, godendo dei miei affinati sensi: annuserei con circospezione ogni angolo, fiuterei l'aria autunnale in cerca di segnali odorosi che possano darmi qualche informazione interessante, tenderei le orecchie per cogliere perfino il rumore del volo delle ultime farfalle. 
Qui - lo annuso con chiarezza! - è passato un riccio, si sente ancora la traccia... oh appunto, eccolo là, proprio sotto il cespuglio, addormentato! Si è costruito una tana tra le foglie ed i rametti: vorrà passare l'inverno qui, in letargo. Nessun problema, per me: i ricci non mi preoccupano.
Il giro continua tra le foglie secche, composito tappeto multicolore sull'erba umida; sotto un grande tiglio scorgo una montagnola di terra smossa e fine, ancora fresca. L'odore è irresistibile: una talpa! Mi accovaccio proprio lì vicino, con tutti i sensi tesi al massimo: udito, olfatto, vista. Voglio essere pronta, per scattare non appena si muoverà qualcosa; voglio essere spietata ed efficiente come una macchina progettata per l'agguato e l'uccisione. Voglio esserlo perché in questo momento, ubriaca dell'odore della talpa e delle circostanze selvagge (proprio ad un passo da casa mia!), non penso ad altro: a parlare è l'istinto più antico che possiedo, quello che ancora conservo nonostante l'addomesticamento.
Passa del tempo, quanto non saprei dirlo, né mi interessa più, finalmente. Sono qui, vivo intensamente nel presente e solo questo mi importa, perché è tutto quello che occorre per fare le cose bene, per vivere al meglio una giornata ed in particolare questa. Passa del tempo e le mie zampette pulite si sono bagnate nell'erba, la terra umida e fredda d'autunno ha raffreddato anche i miei cuscinetti rosa, la mia coda si sta inzaccherando più di quanto mi piaccia. Il sole è ormai alto nel cielo, in lontananza odo con chiarezza un enorme chiacchiericcio fastidioso, insistente e concitato, di non so quali uccellini, tutti radunati sui fili della corrente, pronti per "un Grande Volo". Chissà di cosa staranno parlando? Fatto sta che la talpa non si vede. Che avverta la mia presenza in qualche modo o si sia addormentata?
Sbadiglio, improvvisamente ho così sonno che trovo insopportabile l'idea di poter tenere gli occhi aperti ancora per più di un minuto. Mi scuoto, cammino con calma ma decisione verso il marciapiede e mi stendo ai raggi del sole ottobrino, dolce e dorato come miele, che scalda la mia pelliccia umida, i miei muscoli intirizziti. Socchiudo gli occhi, abbandono le membra e... mi addormento.
Il sonno è lungo ma leggero, intervallato da rumori famigliari che vengono dal giardino e dalla casa, popolato da fugaci immagini oniriche: carezze umane e topi da cacciare, calore di caminetti accessi e raggi di sole, fruscii di vento e d'ali d'uccello, crocchette al tonno per cui miagolare... ed ecco, appunto, che la consapevolezza di avere fame mi sveglia! Mi stiro di nuovo, mi lecco distrattamente la punta della coda: sento la necessità di pulirmi, ma prima ancora viene il cibo. Miagolo alla porta imperativamente e poco dopo sento passi avvicinarsi: meno male che questi umani hanno un buon udito e non mi ignorano! 
Eccomi in casa, mi dirigo spedita verso la ciotola, seguita dalla mia compagna umana che - per fortuna - pare sapere quasi sempre cosa voglio. Ecco infatti un promettente rumore di latta che si apre, e si diffonde immediatamente un odore di pollo che mi mette l'acquolina in bocca. Divoro tutto con l'urgenza di un affamato dopo ore ed ore di digiuno, con il gusto di chi apprezza al meglio il suo pasto perché giunge proprio a soddisfare l'appetito. 
La ciotola è pulita... e la luce è cambiata. Se non fossi un gatto potrei anche chiedermi che ore sono, ma che importa? Il tempo non mi appartiene, ma soprattutto... io non appartengo al tempo. 
Mi avvio pigramente verso la stanza dove c'è un grande divano e mi stendo sul pavimento fresco: dopo aver dormito tanto a lungo al sole, è così piacevole il contrasto di temperatura. Inizio a leccarmi il mantello con cura, insistendo di più tra le dita felpate, sulla schiena, alla base della coda. Mi pulisco e mi liscio con dedizione anche il musetto: passo la zampa dietro le orecchie più e più volte, con convinzione. Sento qualcuno nella stanza che dice "il gatto prevede pioggia!" e, se sapessi farlo, ne sorriderei, perché se pioverà sarà solo un caso. 
Però in effetti c'era qualcosa di diverso, là in giardino: una brezza di vento più capricciosa del solito, l'agitazione e il tumulto degli uccellini, il riccio addormentato. Qualcosa sta per cambiare. Mentre mi lecco e continuo la mia pulizia, arriva il mio compagno umano a coccolarmi: per qualche istante resto indecisa se essere seccata perché con le sue coccole mi scombina il mantello già pulito... ma basta pochissimo per farmi rilassare e sciogliere senza remore; dalla gola sento una vibrazione che si diffonde per tutto il mio corpo e lo fa risuonare su una frequenza che sa di casa, di affetto, di morbidezza, di sicurezza. La sensazione migliore del mondo: l'amore materno, l'amore di una famiglia nella quale sentirsi accolti e benvoluti. Il volto dell'uomo alle mie fusa si apre in un sorriso affettuoso, in un'espressione di gioia bambina e in quel momento - anche se io sono un gatto e non dovrei notarlo - lui sembra essere sollevato da tutte le preoccupazioni quotidiane. Sono solo pochi minuti, quando poi mi saluta con un'ultima grattatina sulla testa, ma se ne va rinfrancato. 
Le mie fusa continuano ancora per qualche istante, poi decido di averne abbastanza del pavimento e mi sposto sul divano, dove continuo la mia pulizia: devo ricominciare daccapo, praticamente!
Fuori intanto alcune nuvole coprono il sole, la luce nella stanza cambia, le mie pupille si dilatano per cogliere ogni piccolo e prezioso bagliore, sento l'alzarsi di un vento di tempesta che mi agita sottilmente. Poco dopo - o forse molto, chi lo sa? - inizia a piovere: io me ne accorgo prima degli altri, ovviamente, perché le mie orecchie sentono subito le prime stille di pioggia sul tetto, sulle foglie rosse e sul boschetto. Mi rilasso e cado addormentata, di nuovo, perché quando fuori piove e la natura si chiude nel riposo della fredda stagione, in fondo noi dovremmo poter fare lo stesso.
Mi risveglio con il buio: questa volta ho dormito davvero profondamente, non mi sono accorta di nulla! I termosifoni sono di nuovo accesi, dalla cucina vengono voci, profumi e rumori di piatti, pentole e bicchieri. Che sia già ora di cena? Non ho fame, ma devo assolutamente andare a vedere se stia accadendo qualcosa di interessante, in mia assenza, poi! 
Giungo trottando con la coda dritta e incurvata giusto alla fine, il musetto alzato verso il tavolo dove sono seduti i miei famigliari umani che, intenti nella loro cena, mi salutano con una carezza veloce. Che cosa mangiano? Mah, gli odori potrebbero essere anche promettenti, ma non riesco a decidermi se facciano proprio al caso mio: non mi pare di sentire pollo, né tonno. Mi siedo quindi a fianco delle loro sedie, quietamente, godendo semplicemente di essere in un ambiente accogliente e conosciuto, dove so di essere al sicuro e dove, basterebbe un mio miagolio, sarei accontentata. Do un'occhiata al forno acceso: vedo qualcosa di arancione che si sta cuocendo, sento un profumo dolciastro che mi lascia indifferente. Se non fossi un gatto, saprei che si tratta di zucca.
Improvvisamente mi torna la voglia di spaparanzarmi sul divano e torno con calma là, ad acciambellarmi: la serata mi mette sonno. Poco dopo - o forse molto, chi lo sa? - mi raggiungono i miei due umani, che mi sollevano delicatamente per poi stendermi sopra le loro ginocchia: sono sempre tiepidi, rispetto a me. Non avranno freddo? Mi lascio coccolare in tutti i modi possibili, facendo "la pasta" sulle ginocchia dei miei umani, mentre il buio si fa azzurrino alla luce della televisione. 
La fame arriva improvvisa e così mi alzo ronfando, interrompendo le coccole. Miagolo senza troppa energia: so che hanno già capito. Infatti la mia compagna umana mi accompagna in cucina - sono io che seguo lei, o viceversa? - e mi distribuisce nella ciotola una generosa porzione di crocchette al tonno, che mangio di gusto. Quando ho finito, resto in cucina un po', a riflettere sui rumori della casa e del giardino. La mia giornata da gatto sta per finire e l'ho trascorsa esattamente come volevo: assecondando semplicemente il mio essere, attimo dopo attimo, in quella rara libertà di cui gli esseri umani così poco riescono ad approfittare. E forse, hanno perfino dimenticato che è possibile farlo, qualche volta. Ma di che mi preoccupo io? In fondo sono solo un gatto, per oggi. 
Allora seguo a ruota i miei umani, che stanno salendo le scale dopo aver spento la tv: è già ora di dormire, per loro! Corro sulle scale nel semi-serio tentativo di farli inciampare, sentendomi improvvisamente piena di energie e giocosa: come vorrei che si mettessero a inseguirmi per la casa, divertendosi con me! Invece sono così seri e prevedibili che fanno semplicemente i loro rituali notturni: in bagno, poi in camera da letto. Io resto sulle scale per un po', giocando con un malcapitato ragno che si stava facendo la tela sulla ringhiera. 
A un certo punto le luci si spengono, la casa si immerge nel buio e nel silenzio, ma io non mi sono mai sentita così viva. Scendo le scale senza fare il minimo rumore, mi oriento alla perfezione e riesco a vedere comunque molto bene i contorni degli oggetti: la notte è mia amica. Se non piovesse, vorrei uscire per esplorare il bosco, senza pensare ai pericoli, al freddo e agli imprevisti che potrebbero minacciarmi. Per un momento mi sento di nuovo come questa mattina, durante la caccia: selvatica e libera. Se qualcuno mi osservasse, in questo momento, vedrebbe un gatto fiero e concentrato, nel bel mezzo di una stanza buia, mentre si sente padrone del mondo, del suo mondo intero.
A un certo punto la smania passa e si fa più pressante il richiamo del calore del letto: risalgo le scale con le zampe felpate, entro nella camera da letto dei miei umani - dove loro respirano già pesantemente - balzo senza un suono sulla coperta ai loro piedi. Mi accoccolo girando un pochino sul posto, prima di trovare la posizione giusta, e mi preparo a dormire. I miei occhi catarifrangenti catturano per un istante un bagliore di luce. Chissà cos'era? Non me ne curo, e mi addormento poco dopo, al termine di questa intensa giornata da gatto.
Fuori piove ancora, nella notte ottobrina. 

mercoledì 10 settembre 2014

Un settembre da gatti

Cari amici gattofili, ecco che rompo il ghiaccio con "Sketchy Kitty" e vi pubblico una piccola cartolina illustrata dedicata a questo mese: Settembre! Nelle mie intenzioni, avrei voluto illustrare gatti appisolati su una spiaggia ancora tiepida e scaldata dal sole estivo, mentre si avvicinano le piogge autunnali e si può godere dei frutti dolcissimi come uva e fichi... sì insomma, avevo cercato di riunire colori, sapori e sensazioni di ogni settembre che si rispetti!
Peccato che fin dai primi giorni di questo mese, forse sarebbe stata più appropriata già direttamente una cartolina dedicata ad "Ottobre", non credete? Pioggia, freddo e grigio, le spiagge purtroppo sono deserte già da fine agosto!
La mia gatta Paciocca, avvertendo il repentino cambio di stagione, ha prontamente iniziato a richiedere doppia razione di cibo: promette male, quando i gatti iniziano già a "fare riserva" per l'inverno a fine estate. E i vostri mici, come si comportano in queste settimane?
Spero comunque che la cartolina vi piaccia... e per celebrare lo spirito di questo mese, meteo pazzerello a parte, vi lascio la splendida citazione di Stephen Littleword!


Ci rivediamo il prossimo mese con la cartolina di ottobre, ma mi raccomando: spediteci i vostri "Sketchy Kitty"! Buon settembre a tutti!

venerdì 5 settembre 2014

Selezioni

Roberta:  Sei un compulsivo del disegno a pastello?
Ogni più piccolo evento della tua giornata deve essere con creatività traslato minuziosamente su tela?
Ti diletti ogni giorno (o quasi) nell'arte della riproduzione degli eventi della vita quotidiana con colori ad acqua?
L'odore di pennelli e colori a olio ti suscita un immediato senso di riappacificazione con il mondo?
Se hai risposto di sì alle precedenti domande sei un assoluto e ormai perso ODD (Ossessivo Del Disegno).
Congratulazioni!
Noi stiamo cercando te!
Che la tua passione sia per i pennarelli, per la pittura o semplicemente per gli acquerelli, non ci interessa. L'importante è che ci invii i tuoi capolavori! 

Silvia: No, aspetta! Io non la metterei così! Non mi piace dare l'idea delle arraffa disegni... noi vogliamo che ci aiutino, non che ci regalino! E poi non è detto che i disegni debbano essere per forza con pastelli colorati, pennelli, tele... insomma, non stiamo mica parlando a dei provetti pittori?!?

Roberta: Ok, ho capito!
Sei un appassionato del disegno su carta oleata?
Guardando i volti degli sconosciuti per strada ti domandi perché ce ne siano così tanti non simmetrici?
Riesci a cogliere la brutalità della vita solo con penna e matita?
Sei un dark-fanatico del bianco e nero?
Il seppia per te non è solamente il nero del mollusco di mare?
Se hai risposto di sì alle precedenti domande sei necessariamente un EMO (Espressivo Matit-Ossessivo).
Complimenti!
Noi stiamo cercando te!
Che la tua passione non contempli la luce del sole o semplicemente sei daltonico, non ci interessa! Vogliamo solo un aiuto per la nuova sezione che stiamo per aprire!

Silvia: No, no! Ma ti pare che possiamo dare del daltonico EMO a qualcuno? Non va bene per niente... sembra che li offendi tutti e vuoi arraffare ancora di più! Ma sei matta? Poi se ci pensi, non è solo con carta e penna che si fanno disegni: pensa a internet e le nuove tecnologie, ad esempio!

Roberta: Giusto, sono stata troppo precipitosa!
Sei uno smanettone dei computer?
Solo grazie ad una porta usb o in alternativa un wi-fi  con megasegnale e ADSL iperveloce riesci a sorridere?
Pensi che questa sia la fantasia e in The Sims - nonostante il puntatore verde a forma di diamante sulla testa - riscopri tutta la tua realtà?
Ti sei offerto di appianare le rughe della tua fidanzata con il Photoshop
Se hai risposto di sì alle precedenti domande sei sicuramente un NERD (Neo-Estremista della Realtà Digitalizzata).
Complimenti!
Noi stiamo cercando te!
Che la tua passione sia composta da pixel e onde elettromagnetiche originate dal tuo personal computer - e non onde cerebrali prodotte dal tuo cervello - non ci interessa! Vogliamo solo un aiuto! E per piacere anche un paio di disegni digitali, quando hai tempo e voglia di venirci a trovare sulla Terra!

Silvia: Ma che ti passa in quella testa bacata? Possiamo mica offendere così i nostri lettori?

Roberta: Ohhh... ora basta... diglielo tu cosa vogliamo! Perché io proprio non l'ho capito!

Silvia: Bene! Glielo dirò io!
Signori, signore, lettori, amabili bambini, gatti e gattofili, gente del nord, gente del sud...

Roberta: ...e già stai facendo distinzioni!

Silvia: ...ehm... italiani, popolo di pensatori e grandi disegnatori, amanti dell'arte e della storia...

Roberta: ...del prosciutto e della gloria...

Silvia: Insomma! Io sono seria!

Roberta: E mi pareva che stessi elencando un po' a caso, scusa! Continua! u_u

Silvia: ...amici!
Abbiamo bisogno di voi! E così come per Feline Writers (che a proposito, non avete calcolato di striscio, ma se volete, questo è il momento adatto per partecipare!) vi offriamo, e chiediamo anche, una collaborazione! Abbiamo intenzione di inaugurare una rubrica di disegni - di qualunque tipo - fatti da voi, da voi e i vostri figli, da voi e i vostri mariti e mogli, da voi e i vostri gatti, che parli di felinità! Spazio al talento, dunque! Spazio alla fantasia e alla creatività!
Candidatevi per il mese di ottobre e inviateci i vostri schizzi: verranno pubblicati con gioia nella sezione dedicata, su questo blog!

Roberta: Sì! Come sei bellina! Ti inviano il disegno e tu fai il post grazie alla loro fatica? Tzé... io non sarò stata delicata... ma tu nemmeno! u_u
Io almeno ho contribuito con Cat Tales... insomma, qualcosa la scrivo!

Silvia: Ah, sì? E sai che ti dico? Che IO ti faccio un bel disegno! E non ti permettere di criticarmi, sai? E anzi... lo pubblico per settembre... così ti faccio vedere chi è che non collabora! è_é

Roberta: Ok, ok... non ti alterare! Diciamo che dobbiamo solo trovare un titolo per questa nuova rubrica mensile! Io direi "I nostri disegni"!

Silvia: Non sarebbero solo nostri! *_*

Roberta: Ok, allora "I vostri disegni"!

Silvia: Non sarebbero solo i loro... io ci metto del mio! u_u

Roberta: Uff... come vuoi chiamarlo, allora?

Silvia: "Painting Kitty Cat"!

Roberta: Naaaaaaa... lungo! "Cat's Sketches"!

Silvia: Possiamo cercare un titolo in italiano?

Roberta: No, in inglese sembra più elegante! ^_^

Silvia: Ma non lo è! -_-'

Roberta: Dai, dai... ci siamo quasi...

Silvia: Non so... non so... "Comicat"?

Roberta: Carino! Sì, sì... "Comicat"! :D

Silvia: Saranno quindi tutte foto esilaranti?

Roberta: Ehm... "Sketching Kitty"?

Silvia: Sketchy Kitty!

Roberta: ???

Silvia: Sì... sketchy kitty: gattino abbozzato! Se proprio devono essere schizzi di disegni gatti e se proprio non sono tutti perfetti va bene ricordarlo, no?

Roberta: Beh, non vedo l'ora di vedere che sai fare! ^_^

Silvia: Ti stupirò! ;)

Roberta: Vi aspettiamo Truefelini!

Silvia: Eh, non chiamarli così che poi ci snobbano! A prestissimo!

lunedì 1 settembre 2014

Amici di crocchetta: diamo una zampa a chi ne ha bisogno!

Amici e amiche, oggi vi invitiamo a partecipare ad un'iniziativa benefica a favore dei mici e cagnolini di gattili e canili di tutta Italia! Registrando infatti il proprio cane o gatto sul sito di Amici Onlus "Amici di crocchetta", garantirete un pasto gratuito ad alcuni rifugi per animali abbandonati del nostro paese. Non serve ricordare che, in un momento di crisi come questo, anche le strutture che si occupano di cani e gatti abbandonati si trovano in grande difficoltà: i fondi stanziati sono sempre meno, gli abbandoni sempre di più. Ecco perché allora questa campagna "Amici di crocchetta" arriva al momento giusto!


Come funziona esattamente l'iniziativa? Fino al 30 settembre  2014 potete iscrivervi alla newsletter "amici di crocchetta", inserendo anche alcune informazioni sul vostro amico a quattro zampe (nome, età, sesso, stile di vita, ecc.): al termine della registrazione riceverete nella vostra casella di posta elettronica una mail con un link di conferma... cliccandolo, avrete regalato un pasto gratis ad uno dei seguenti canili e gattili:

1. Parco Canile Comunale di Rovereto (TN)
2. Canile Regionale della Valle d’Aosta, Saint-Christophe (AO)
3. Rifugio del Cane di Ponzano Veneto (TV)
4. Canile Rifugio Associazione Scodinzolo, Vallelunga di Campagnano (RM)
5. Presidio Veterinario Canile Sanitario ASL Milano (MI)
6. Canile Sanitario di Firenze (FI)
7. Gattile A.M.A. Amici Mondo Animali Onlus, Bagno a Ripoli (FI)
8. Gattile Comunale di Rovereto (TN)
9. Gattile Regionale della Valle d’Aosta, Saint-Christophe (AO)
10. Gattile c/o Rifugio di Ponzano Veneto (TV)
11. Gattile c/o Rifugio Associazione Scodinzolo, Vallelunga di Campagnano (RM)
12. Gattile Comunale di Milano (MI)


La campagna benefica è organizzata da Amici Onlus con il sostegno di Royal Canin Italia, per leggere il regolamento integrale potete cliccare qui. Che aspettate a registrare i vostri mici? Partecipate alle donazioni per "Amici di crocchetta"!


Più siamo a registrarci, più aumenterà il numero di pasti donati. E' un gesto che a noi costa poco, ma per dodici rifugi italiani significherà pappe gratuite e la possibilità di prendersi cura meglio dei propri animali. Allora, siete con noi?